Un testo che ci trasporta nell’immaginario, nel mondo dell’infanzia…ma quella era Alice nel paese delle meraviglie! Chi è questa Alice? Una persona in carne ed ossa? Un simbolo? Un’immagine specchiata? Forse un insieme di tutto ciò. E che cosa vuole dirsi e dirci quest’Alice che ricorda i personaggi becketiani, del teatro dell’assurdo ma che con espressioni e toni che rimembrano clownerie, ci inviano messaggi profondi. E questa Alice così ingenua e così saggia ci porta per mano in una sorta d’indagine interiore per comprendere dove e se ci siamo persi e soprattutto quando e in che punto, poiché l’idea del tempo è del tutto azzerata o forse, come la matematica è un’opinione, un ‘espressione o meglio ancora una percezione personale, sarà lo spettatore a trarne le conclusioni che saranno individuali, il tutto grazie all’interpretazione forte e sensibile di Maura Pettoruso che, con un’assoluta padronanza del corpo ritma lo scorrere del tempo, in un ticchettio delle lancette scandito dal senso orario o antiorario della sua caviglia dall’espressione stupefatta del suo viso quando comprende di essersi persa? Complimenti a lei e alla regista nonché autore del testo Carmen Giordano. Al teatro a l’Avogaria martedì 8 aprile 2014
Federico Corda